La nostra Azienda che prende il nome dalle Alpi…

Alps' Bow

Prende il nome dalle Alpi la seconda azienda di Celestino Poletti con una linea di produzione del tutto nuova che si affianca alla ben più conosciuta La Jurta Arcieria Tradizionale.

Alps’ bow raccoglie l’esperienza ultra ventennale di Celestino, unione di continua ricerca, sperimentazione di materiali, lavoro certosino: l’essenza del l’artigiano si fonde con le tecniche produttive di scala, legame che permette il raggiungimento di una produzione che consente  di ottimizzare tempi e di rispondere ad un sempre più ampio ventaglio di specifiche richieste dei clienti.

L’organizzazione logica e ciclica del lavoro permette, infatti, di limitare al massimo il dispendio di energie, sia fisiche che economiche, mentre l’utilizzo di un’equipaggiata dotazione di attrezzatura e macchinari rendono il lavoro preciso e con alti standard qualitativi. La lavorazione rimane comunque solo artigianale: nessuna macchina che lavora al posto nostro, nessun robot che incolli, levighi o tagli. Il disegno nella nostra testa e l’esecuzione nelle nostre mani.

L’attività conta 3 persone stabilmente in organico e 2 collaboratori esterni ed è nata ormai quasi 20 anni fa. Celestino scherzando ricorda come conserva il primo arco, prodotto 25 anni fa, ma senza mostrarlo a nessuno: quel “coso” lo fece vedere ad un costruttore di archi veneto che lo freddò con un “Cos’elo ‘sta roba?”. Brutto colpo ma, una volta incassato, Celestino riprese in mano un’altra doga e ripartì. Arrivò il secondo arco, il terzo, il centesimo. Poi il cinquecentesimo ed avanti…

Il millesimo chissà dove sarà finito. Forse in Australia o magari è tra le decine che partono annualmente alla volta dell’Inghilterra. Oppure lo avrà quel giovane ragazzo canadese, talmente appassionato che il terzo arco se l’è venuto a prendere direttamente in negozio perché voleva conoscere il luogo in qui tutto è nato.

Certamente i mercati esteri più interessati sono la Germania, l’Austria e l’Inghilterra ma gli ordini si registrano ormai da tutto il mondo. Mentre gli inglesi sono particolarmente appassionati, da buoni tradizionalisti, ai warbow in tasso rigorosamente italiano, i tedeschi qualche remora in più se la sono fatta. Forse perché ci considerano solo pizza-spaghetti-mafia o giù di lì; la fiducia è nata comunque ma solo dopo averne testato lavoro. Fuoco sorto lentamente ma le cui fiamme ora divampano bene, tanto che alcuni negozianti e diversi arcieri hanno abbandonato l’arco di qualche blasonato costruttore di casa loro per vendere e gareggiare con gli archi Alps’ bow. Cosa che –ammette lo stesso Celestino- lo inorgoglisce fortemente.

Non solo warbow, ma anche ricurvi e take down, oltre ad i longbow nelle varie tipologie e gli archi in stile orientale: questi sono i prodotti maggiormente richiesti, senza trascurare le punte di freccia la cui produzione de La Jurta, nel 2014, ha superato le 500 mila unità.

Apprezzare la qualità significa, infatti, dare valore e saper scegliere chi ti può garantire materie prime di altissimo livello ed ottima lavorazione. In Italia ora come ora vi sono pochi veri professionisti a fronte di un brulicare di persone che producono archi che poi, come si suol dire, vendono sottobanco, senza rendere conto al fisco e, quindi, a prezzi inferiori (accompagnati molto spesso da bassa qualità). Questo fenomeno del fai da te che poi fai per me e, già che ci sei, per l’altro, influenza un po’ il livello medio di prestazioni dell’arciere italiano. L’intenditore, come semplicemente l’amatore, sanno comunque dove ed a chi rivolgersi per avere un ottimo oggetto. Per questo è stata fondata l’AICAT, associazione a cui hanno aderito i costruttori d’arco professionisti, nata per garantire competenza e standard qualitativi.

Alpsbow e la La Jurta in questi ultimi mesi hanno concluso la riorganizzazione interna, sia produttiva che di vendita. Infatti è stato realizzato un nuovo negozio e creato un laboratorio predisposto con diverse aree di produzione a seconda della fase di elaborazione del prodotto. La particolarità, l’ambizione di Celestino, è quella di incastonare la zona espositiva in quella dedicata alla produzione. In questo modo non solo il collegamento tra i due poli permette un’ottimizzazione delle risorse, ma consente anche al cliente di poter avere la certezza di dove quello che diverrà il suo arco è stato prodotto, avendo anche la possibilità di assistere in prima persona ai passaggi produttivi. Da Poletti gli archi non arrivano muniti di passaporto da chissà dove ma vengono costruiti, passo dopo passo, direttamente in laboratorio.

Sarà anche questo il motivo che porta il binomio Poletti/arcieria ad essere conosciuto come garanzia di qualità, traducendosi in vendite che in questi anni hanno vissuto una crescita esponenziale, soprattutto in riferimento alla crescente fetta di mercato estero.

Celestino crede che la chiave sia fuggire dal focalizzarsi solo in un settore specifico; al contrario, si deve allargare a più banche dell’arcieria, coltivando rapporti non solo con il cliente finale ma anche con negozi e grossisti.

“In questi ultimi tempi” ha dichiarato “abbiamo fatto così tante cose che sarebbe umano pensare di fermarsi un attimo, sedersi e raccogliere i frutti di quanto è stato seminato ma nel nostro settore ogni giorno è come viaggiare su di un fiume: devi gestire la tua barca in base alla forza della corrente ed al suo andamento, più o meno tortuoso.”